lunedì 3 marzo 2008

Castità




La castità che è via per praticare l' "amatevi come io vi ho amato" (Gv 13, 34) e non il castrante, limitatissimo "ama il prossimo tuo come te stesso" (Lv 19,18), può conoscere nella nostra vita emotiva e psichica interfenze (esempio ne è l'erotismo sognato, sublimato di cui ogni essere umano fa esperienza), non conflitti. I quali si verrebbero a creare, offendendo gravemente il Regno di Dio che c'abita, qualora chiudessimo la porta all' "amatevi come io io vi ho amato" che s'esplica nella realtà sempre mutevole della vita in gesti concreti: l'offerta di sé in cui consiste una carezza, un bacio, un abbraccio — la samaritana resa di sé a Dio nell'altro, l'amore senza concupiscenza (Lc 10,25-37). L'affettività che ci sorride, l'affettività redenta o in via di redenzione è sorella della castità, è figlia dell'amore. Amore che è metànoia, sofferto felice transito dalla coscienza alla veglia. Amore che è risveglio alla precarieta' dell'altro, che è sempre indigente, sempre povero in quanto sempre bisognoso d'amore.