mercoledì 4 febbraio 2009

Sein und Zeit




La quiete si riferisce al Non-essere, il movimento all'Essere, al mondo, a ciò che qui ha vita. Nel tempo e nello spazio differenti, essi sono espressione l'una dell'altro. Entrambi rispondono, conducono al vuoto, al silenzio sull'Essere e il Non-essere (cfr. Tao Te Ching, I). «Il silenzio è il mistero del mondo futuro», scriveva Sant'Isacco di Ninive. Vivere nel mondo senza essere del mondo (cfr. Gv 17,16), consegnarsi senza indugi o riserve allo Spirito e così morire alle astuzie del mondo che sempre incanta segregando a un'esistenza fittizia, che alla morte, al vuoto si nega (cfr. Mt 10,37-39), è far propria questa intuizione che le culture e i tempi ha attraversato. In breve, comprendere che la terra non è il cielo ma che la terra al cielo non s'oppone, è vivere nel mondo senza essere del mondo, abitar qui come viandanti e signori, pronti a lasciare ciò che il cielo toglie, ad accogliere ciò che il cielo offre.