Una volta riconosciuta, la propria natura va seguita. Badare a se stessi è principalmente questo, non intralciare il proprio cammino.
venerdì 21 agosto 2009
giovedì 20 agosto 2009
Misura
«Un vocabolario non può definire se stesso in modo esaustivo; in ultima analisi può solo accorpare una serie di parole che corrisponde ad altre parole.»
Mark Watts
mercoledì 19 agosto 2009
Hic et nunc
Non c'è vigilanza senza attenzione, e non c'è attenzione senza stupore, giovane riconoscenza del cuore.
domenica 8 febbraio 2009
Profumo
«La religione non è la verità, perché essa stessa scaturisce da quella qualità vera della vita che mi immette nel viaggio che è la verità. Chi riconosce in Gesù il Cristo è perché dentro di sé ha il parametro del Cristo con cui può riconoscerlo. La religione è un carisma della verità: un profumo e un sapore che promana dalla verità e attira alla verità. Come l’appetito della verità stimolato in me dalla verità, sempre comprendendo la verità come dinamismo e non come merce. L’uomo si rapporta alla verità, come alla vita, attraverso l’esperienza. Io gusto il sapore della mela, lo sento unico, distinto da quello di altri frutti. D’altra parte gusto il sapore unico della mela, perché ho la memoria del sapore degli altri frutti. Carisma è aspetto caratteristico, quindi limitato della verità. Aspetto limitato, ma unico, saporito, profumato; sicché conduce direttamente a comunicare con il cuore della verità, e non a possedere il corpo della verità. Come il bacio di un giovane a una giovane mette in atto la comunione di due cuori, anche se ognuno dei due porta con sé un bagaglio indecifrabile di carattere, tendenze, paure ecc. che resteranno insondabili per tutta la vita. L’uomo che attratto da un carisma pellegrina al cuore della verità, è simile allo scalatore che da questo o da quel ruscello scala la montagna fino alla sorgente da cui i tanti ruscelli si diramano. Giunto alla sorgente può contemplare come l’acqua scorra in multiformi rigagnoli, svolgendo differenti funzioni. In parole semplici: io sono convinto che il Cristianesimo è un vivissimo carisma della verità che, riversato sulla mia esistenza, mi introduce nel cuore della verità. Ascoltando le pulsazioni di quel cuore, io mi dischiudo alle infinite espressioni della verità stessa. Accolto nella verità, io posso circolare libero nelle tante camere della sua casa. Così posso comunicare con il carisma della via buddista. Verrà un giorno in cui potrò perfino gustare il concerto della verità attraverso le sue voci cristiana e buddista. Riverbereranno nella mia vita. Poi, quel riverbero diventerà me; e io diventerò quel riverbero.»
Luciano Mazzocchi
mercoledì 4 febbraio 2009
Sein und Zeit
La quiete si riferisce al Non-essere, il movimento all'Essere, al mondo, a ciò che qui ha vita. Nel tempo e nello spazio differenti, essi sono espressione l'una dell'altro. Entrambi rispondono, conducono al vuoto, al silenzio sull'Essere e il Non-essere (cfr. Tao Te Ching, I). «Il silenzio è il mistero del mondo futuro», scriveva Sant'Isacco di Ninive. Vivere nel mondo senza essere del mondo (cfr. Gv 17,16), consegnarsi senza indugi o riserve allo Spirito e così morire alle astuzie del mondo che sempre incanta segregando a un'esistenza fittizia, che alla morte, al vuoto si nega (cfr. Mt 10,37-39), è far propria questa intuizione che le culture e i tempi ha attraversato. In breve, comprendere che la terra non è il cielo ma che la terra al cielo non s'oppone, è vivere nel mondo senza essere del mondo, abitar qui come viandanti e signori, pronti a lasciare ciò che il cielo toglie, ad accogliere ciò che il cielo offre.
mercoledì 28 gennaio 2009
Giubilo
Farmaco
mercoledì 14 gennaio 2009
Guerra
L'imparziale benevolenza di Dio può incontrare molti ostacoli. Acme di questo scoglio o intromissione nel corso naturalmente armonioso della vita degli esseri è la guerra (cfr. Lc 26,52), azione massimamente distruttiva in quanto massimamente personale — ovvero chiusa all'ispirazione del cielo, che senza eccezione alcuna, invita alla spersonalizzazione o povertà di spirito — manomettendo ciascun conflitto armato l'ordine pacifico, disinteressato, discreto del cosmo.
mercoledì 7 gennaio 2009
Lungimiranza
sabato 27 dicembre 2008
Chimera
Sequela
«È vero: bisogna seguire Nostro Signore come si conviene, ma non in ogni modo di agire. Egli ha digiunato quaranta giorni, ma in ciò nessuno deve mettersi a imitarlo. Cristo ha compiuto molte opere affinché noi lo imitiamo spiritualmente, non materialmente; perciò bisogna impegnarsi a seguirlo nello spirito, giacché egli guarda più al nostro amore che alle nostre opere. Noi dobbiamo imitarlo nel modo che ci è proprio.»
Meister Eckhart
martedì 16 dicembre 2008
Interiora
«Nei prossimi giorni prenderò in affitto un’abitazione, tre stanze rimesse a nuovo, danno tutte verso l’interno e guardano su un cortile, ma in una zona della città per me gradevole, molto silenziosa, appartata, 1° piano, non amo salire le scale, nell’insieme più una spelonca per scolopendre e misantropi che un palazzo rinascimentale, ma sono stanco di far ricerche e devo finalmente ritornare ai miei libri e al lavoro. Non lontano dalla mia attuale stanza, ma in una via distinta, Arnwaldstr. 3, mi trasferirò là intorno all’1.1.»
Gottfried Benn
domenica 14 dicembre 2008
Misura
mercoledì 26 novembre 2008
Fides ex audito
venerdì 21 novembre 2008
Ratzingeriana
giovedì 20 novembre 2008
Da oriente
La relatività e non la lotta o antitesi dei differenti aspetti del reale, relatività con cui il più puro pensiero cinese esprime la trama visibile e insieme nascosta dell'esistente, è immagine e sostanza della gioia del Cristo e per la Bellezza di Dio e per la Bellezza del creato.
Si leggano, con animo nuovo, i passi dei vangeli dedicati alla Provvidenza del Padre. A distanza di duemila anni, l'estasi divino-umana, lo stupore del bambino divino, è ancora percepibile in tutta la sua spontanea traboccante allegrezza.
venerdì 7 novembre 2008
Il perdono cristiano (cioè senza templi, senza riti, senza sacerdoti)
È perdonando che siamo perdonati (cfr. Gv 20,19-23). È abbandonando l'onore e accogliendo l'amore che siamo accolti dall'Umiltà e dall'Amore che è Dio. Quando si lega ciò che va legato e si scioglie ciò che va sciolto, ricomponendo le divisioni in noi e tra noi, deponendo gli odii e le vendette in noi e tra noi, la grazia e il perdono di Dio entrano in noi e circolano tra noi. La capacità, il potere di perdonare è dato dal Padre al Figlio e dal Figlio a tutte le sue sorelle e a tutti i suoi fratelli (cfr. Mt 18,18). È la facoltà di sciogliere la catena degli odii e delle vendette, legando attraverso il perdono messianico e l'amore gratuito, che fa il cristiano.
mercoledì 29 ottobre 2008
Ortoprassi
Ferma eguaglianza e flessibile complementarietà tra uomo e donna testimoniano la pratica del Vangelo. La fine del dominio dell'uomo sulla donna segna l'inizio della pratica cristiana.
Chi legge in Genesi 3,16 ("Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà") la legittimazione divina del dominio dell'uomo sulla donna, ignora il contesto in cui la frase viene pronunciata: è un mondo decaduto, corrotto, sfigurato. Il confine che consentiva il pacifico equilibrio in cui l'umanità preservava immagine e somiglianza a Dio è stato violato. Violazione che è violenza dell'umanità contro se stessa. La terra non è più un giardino ma un luogo aspro, avaro di frutti (cfr. Genesi 3,17-19). L'umanità ha perduto mitezza, è preda della propria durezza di cuore. La donna non è più sorella e amica ma serva e schiava (cfr. Genesi 3,16).Tenerezza e accoglienza diventano sinonimi di mollezza e viltà. L'umanità si fa "virile", la forza bruta si fa valore. La violenza invade, soffoca tutto. Anche tra Dio e l'essere umano termina l'amicizia, ha inizio il dubbio (cfr. Genesi 3,1). L'essere umano percepisce Dio come un nemico. Ha inizio la paura (cfr. Genesi 3,10).
I rapporti sfigurati, disarmonici, non paritari, gerarchici che segnano l'umanità dopo la caduta non possono essere considerati come volontà di Dio. Il mondo voluto e creato da Dio è abitato da esseri umani creati uguali che tuttavia stabiliscono innaturali rapporti di servo-padrone. È un impulso talmente forte da essere percepito come "cosa buona", voluta da Dio. Il patriarcalismo "non è cosa buona", non corrisponde al disegno di Dio. Il vuoto di Adamo (cfr. Genesi 2,18) non sarà colmato da Eva, egli rimarrà solo come solo è un re circondato soltanto da sudditi. Eva non gli sarà pari, la loro non sarà una storia d'amicizia e d'amore. Ad attrarre la donna verso l'uomo sarà un desiderio malsano. A legarli sarà il sadismo nell'uno, il masochismo nell'altra.
Gesù escluderà la figura del "padre", l'autorità maschile, il rabbì, dalla sua comunità, delegittimando il patriarcalismo, ristabilendo così l'armonia originaria. C'è un solo Padre, che è Dio(cfr. Vangelo di Marco 10, 29-30; Vangelo di Matteo 20,25-28). Gesù inaugura una comunità in cui tutti sono fratelli, non c'è posto per "padri padroni", per un Adamo simile a un re circondato da sudditi. Dio Padre ci chiama a costruire rapporti armoniosi e paritari, ci chiama a spezzare la malsana catena del sadomasochismo, la logica del servo-padrone, attraverso l'adesione a Suo Figlio. Solo così il vuoto di Adamo sarà colmato, Eva sarà accolta ed entrambi conosceranno tenerezza, spirito d'infanzia, stupore.
giovedì 23 ottobre 2008
Discernimento
giovedì 9 ottobre 2008
Fondamenta
Che il mondo sia stato creato da Dio è un'idea che non appartiene alla coscienza collettiva. Molti, i carismatici e gli influenti, l'hanno messa al bando ed è facile immaginare che coprirebbe di ridicolo chiunque la facesse propria pubblicamente.
C'è tutto un mondo in cui molti s'avventurano malvolentieri. Un po' la soggezione che incute la materia, un po' i fumi, i vapori che nascondono lo spirito, tutto cospira contro quelle sterminate praterie e foreste fatte d'aspirazioni e intuizioni, sogni e desideri.
giovedì 2 ottobre 2008
Di vedetta
giovedì 18 settembre 2008
Vino nuovo
Come conciliare la fede in Dio che a tutto provvede con il dolore che tutto pervade? Come conciliare le parole del Cristo che afferma che "persino i capelli del vostro capo sono tutti numerati" (Mt 10,30) con la malattia, la fame, la povertà che affliggono l'uomo?
Non si mette vino nuovo in otri vecchi (cfr. Mt 9,17), dice il Cristo. L'otre vecchio che è l'uomo psichico, preda dell'interesse, della paura e del desiderio, deve essere gettato via per l'otre nuovo che è l'uomo spirituale il quale insieme allo stoico Epitteto dice: «Vuoi dunque qualcosa di diverso dal meglio? E cosa c'è di meglio di ciò che piace a Dio?». Che insieme a Meister Eckhart dice: «Appartiene all'essenza divina volere il meglio. Perciò quel che ti accade è per te la cosa migliore, e anche tu devi volerlo, e niente deve piacerti di più.» Che insieme al Cristo dice: «Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito»(Lc 23,46).
I falsi giudizi, le valutazioni fatte a partire dall'interesse, dalla paura e dal desiderio, scambiano per male ciò che male non è, e bene ciò che bene non è. Male non è la malattia, la povertà, la fame. La situazione più grave e difficile è anzi occasione propizia per esercitare il bene: la fiducia, la pazienza, la calma, la temperanza. Il bene non è la salute, perché la salute non è né bene né male, e il male non è la malattia, perché la malattia (e così la povertà, la fame eccetera) non è né bene né male. Male è rifiutare la malattia, maledicendo il cielo, l'altro o noi stessi, qualora la malattia incontri la nostra vita. Bene è accogliere la malattia, qualora la malattia incontri la nostra vita, nella superiore, stoica, cristica consapevolezza che tutto ciò che ci capita è perfettamente adatto a noi.
martedì 16 settembre 2008
Di vedetta
martedì 9 settembre 2008
De docta ignorantia
lunedì 8 settembre 2008
Autismo
venerdì 5 settembre 2008
Umiltà ovvero Verità
domenica 24 agosto 2008
sabato 16 agosto 2008
Metanoia
giovedì 14 agosto 2008
Eucarestia
Maya
venerdì 8 agosto 2008
Memorare
Gesù ci parla del luogo dal quale Lui è venuto e dal quale noi veniamo. Da lì ognuno ha ricevuto la sua essenza. La nostra attrazione per la giustizia, la pace e l'amore è più che cultura, è istinto, è traccia di chi siamo. Attrazione che può farsi irresistibile in una vita votata a Dio, attrazione che può spegnersi in una vita immemore di Dio, immemore della benedizione, della protezione e della grazia in cui siamo immersi come il pesce nell'acqua (cfr. Mt 6,26-33).
giovedì 7 agosto 2008
Ratzingeriana
sabato 28 giugno 2008
Socrate
venerdì 27 giugno 2008
Mandato
Non soltanto i cristiani hanno bisogno di Gesù Cristo, anche Gesù Cristo ha bisogno dei cristiani perché la sua energia che è vita e principio di pacificazione continui in questo mondo, trasformi i nostri piccoli amori nell'amore universale del Padre nostro che è nei cieli. Padre nostro, Padre del Cristo e Padre di tutti gli uomini, Padre che risveglia alla naturale originale fratellanza i figli che abitano la terra.
martedì 29 aprile 2008
Bussole
Battito
giovedì 24 aprile 2008
Da oriente
La perdita di senno e misura che la paura di Dio genera, ha conseguenze nefaste sia personali che interpersonali. Perché è vero, come c'insegna il pensiero cinese, che "l'anima di ognuno ama l'armonia e detesta l'egoismo". Pensare Dio come ens soprannaturale è forse il più grande errore del fondamentalismo religioso.
Ripudio
martedì 15 aprile 2008
Lungimiranza
Trascurare la morte che è dentro la vita, valutare le circostanze a partire dalla sola ragione e così metter da parte che la ragione è strumento, significa condannarsi ad una esistenza stretta dalla morsa della tensione. Rammarico, giudizio, favore, ambizione saranno i nostri custodi. L'orizzonte, inevitabilmente, sarà limitato.
sabato 12 aprile 2008
Fughe
mercoledì 9 aprile 2008
Agape
L'amore agapico, di cui la croce è figura, non ha fine: di contro ogni accanimento terapeutico, di contro ogni difesa ossessiva di tutto ciò che è vita strettamente biologica, s'impone, gloriosa, l'eternità dell'amore.
L'errore cattolico-romano, errore in cui Ratzinger persiste, è l'aver strozzato, castrato, attraverso leggi e dogmi, l'amore agapico, l'amore donativo e gratuito, separandolo dalla vita emotiva, affettiva, fisica che può (non deve: l'amore è la legge, l'amore non è soggetto a leggi) comprendere l'astinenza sessuale. L'amore agapico, l'amore vero, non è esclusiva di religiosi professionisti. L'amore agapico è per tutti, è l'origine e la meta, il "perchè" e il completamento, la goia e la pace di ogni essere umano. L'amore è la nostra origine, l'amore è chi siamo, l'amore è la nostra meta, la nostra pace.
lunedì 7 aprile 2008
Contro Prometeo
martedì 1 aprile 2008
venerdì 28 marzo 2008
Madonna Povertà
giovedì 27 marzo 2008
Ad gentes
Misura
lunedì 24 marzo 2008
domenica 23 marzo 2008
Luce
sabato 22 marzo 2008
Chantal
In comunione con Chantal.
E con don Franco da cui ricevo e pubblico:
PASQUA = PROGRESSO = EUTANASIA
Il suicidio di Chantal Sébire, cui è stata negata l’eutanasia dalle istituzioni francesi, crolla come una valanga sulla chiesa di Wojtyla e di Ratzinger, che fanno della risurrezione del Cristo un principio reazionario, anziché progressista e riformista.
Il volto di Chantal, sfigurato dal tumore, rimarrà fra le icone lancinanti del nostro tempo, che s’apre faticosamente il varco verso il sano illuminismo della ragione e della fede.
Sac. Dr. Franco Ratti
Fondatore e Presidente del MO.CO.VA.
(Movimento Concilio Vaticano II)
Monopoli (Bari)
venerdì 21 marzo 2008
Nuovo Mondo
«Contestualmente alla sospensione a divinis prescritta dall’autorità ecclesiastica, pubblicai finalmente il primo volume di un commento al Vangelo di Matteo, che comprende tra l’altro una dettagliata interpretazione del discorso della montagna. “Se uno ti colpisce alla guancia destra, volgigli anche la sinistra. Se uno ti vuole togliere il mantello, regalagli pure la camicia. Beati gli indifesi. Beato chi promuove la pace. Sono loro i veri figli di Dio”. Ho dovuto compiere cinquant’anni prima di capire – nonostante tutte le interpretazioni fuorvianti proposte dalla Chiesa – che cosa l’uomo di Nazareth volesse dire veramente con le sue parole più preziose: finché gli uomini considereranno una cosa qualunque come loro “proprietà”, come un loro “diritto”, come il loro “patrimonio”, tutto il discorrere sulla giustizia, su diritti e doveri non creerà alcun legame tra gli uomini sulla Terra ma rischierà anzi di dividerli in nome di Dio. La pace ci sarà solo quando si guarderà il mondo non più dal punto di vista di quelli che sono qualcosa, hanno o sanno fare qualcosa, ma dalla prospettiva di chi non è niente, non ha niente e non può fare niente. Solo allora ci si accorgerà che gli uomini, tutti indistintamente, possono vivere solo dove ci sono perdono, bontà, comprensione, apertura e accettazione. Dio non è un principio di “emarginazione”, non è la giustificazione metafisica della presunzione umana, Lui è la ragione vivente della riconciliazione tra tutti gli uomini: fu questo il pensiero di Gesù, secondo tutto ciò che sappiamo di lui».
Eugen Drewermann